CANNES – Sotto un cielo che sembrava trattenere il respiro, il 78mo Festival di Cannes si è concluso con una cerimonia che ha celebrato il cinema come atto di resistenza e poesia. La presidente di giuria, Juliette Binoche, con parole intrise di passione, ha guidato una serata che s’è inchinata alla forza trasformativa dell’arte, culminata con la consegna della Palma d’Oro da parte di Cate Blanchett al regista iraniano Jafar Panahi per Un Simple Accident. Durante la cerimonia di premiazione, l’attrice australiana ha sottolineato l’importanza della libertà artistica e della solidarietà internazionale; il suo discorso ha evidenziato il ruolo del cinema come strumento di denuncia e cambiamento sociale, in particolare in contesti di repressione e censura.
La giornata cannoise odierna – 24 maggio – è stata segnata da un blackout improvviso, che ha rubato ore di luce e elettricità alla città ma non ha oscurato la cerimonia di premiazione, anzi, ha aggiunto un elemento di imprevedibilità che ha ricordato la natura viva e pulsante del cinema stesso, forse lasciando lo spauracchio della ricaduta dell’elettricità e quindi anche della Rete, per cui la serata s’è conclusa in 45 minuti.
Entrando in sintesi nel cuore delle opere premiate, il riconoscimento assoluto al film di Panahi è per un’opera che intreccia i fili della vita del suo autore con una denuncia silenziosa ma implacabile al regime iraniano: quello della Palma d’oro è un titolo che si eleva per la sua narrazione sobria e profonda, che affonda nel cuore della giustizia e della libertà individuale, come un sussurro che diventa eco.
È un dramma norvegese a disegnare i contorni sfumati della memoria: un padre regista, due figlie e, tra loro, i riflessi mobili dell’identità che muta. Grand Prix a Sentimental Value di Joachim Trier, che affida al tempo il compito di tessere la sua malinconica parabola familiare. Per consegnare il Premio sul palco è salita la regista Coralie Fargeat, che ha colto l’occasione per ricordare David Lynch.
Con una regia che è cesello di tensione e sguardo critico, Kleber Mendonça Filho conquista il Premio per la Miglior Regia con O Agente Secreto, opera immersa nei chiaroscuri della dittatura brasiliana degli Anni ’70, dove ogni inquadratura è una ferita che si apre e interroga.
Un doppio battito per il Prix du Jury, assegnato ex aequo a Sirât di Óliver Laxe e Sound of Falling di Mascha Schilinski – unica donna premiata a Cannes 2025, oltre ovviamente a Nadia Melliti, intensa miglior interprete femminile in La petite dernière, racconto dell’adolescenza che graffia e rivela. Sirât è un road movie che solca il deserto marocchino alla ricerca di una figlia scomparsa, mentre Sound of Falling si dispiega come un canto polifonico, in un affresco emotivo e senza tempo.
Wagner Moura si aggiudica il premio per la Miglior Interpretazione Maschile, e con lui O Agente Secreto tocca il suo secondo riconoscimento: una performance magnetica, che plasma un personaggio dilaniato dal contesto politico, rendendolo vivido, memorabile.
Jeunes Mères, scritto con la delicata fermezza dei fratelli Dardenne, vince il premio per la Miglior Sceneggiatura: un racconto commovente che dà voce alle fragilità e alla forza delle madri adolescenti, restituendo dignità e umanità a ogni gesto, a ogni scelta.
Infine, un Premio Speciale che sembra sospeso nel tempo: Résurrection di Bi Gan, film cinese che attraversa epoche e sogni, frantuma le cornici narrative e visive, costruendo un cinema che è esperienza, visione, rinascita.
Cannes 2025 ha evidenziato una forte presenza di film che affrontano temi politici e sociali, dalla repressione in Iran alla dittatura in Brasile, passando per le dinamiche familiari e le sfide dell’adolescenza. Il Festival ha riaffermato il ruolo del cinema come specchio della società e strumento di cambiamento, celebrando opere che uniscono estetica e impegno civile. In un mondo segnato da incertezze e conflitti, il 78mo Festival di Cannes ha dimostrato che il cinema rimanga un faro di speranza e un potente mezzo di espressione umana. Le opere premiate e le parole dei protagonisti della serata hanno tracciato un percorso di resistenza poetica, riaffermando il valore dell’arte come testimonianza e catalizzatore di trasformazione. Cannes 2025 ha confermato il cinema come faro in tempi incerti, capace di guidare, ispirare e unire. I titoli premiati e le parole di Binoche hanno tracciato un percorso di speranza e resilienza, dimostrando che, anche nelle tenebre globali, l’arte continui a brillare.
Intervista a Mia Threapleton, Riz Ahmed e Richard Ayoade. Il film è al cinema dal 28 maggio
Il film, scritto con Tricia Cooke, è una commedia dark con protagonista un'investigatrice fuori dagli schemi
Il regista di Un simple accident, film vincitore della Palma d'oro 2025, interviene nella conferenza stampa dei premiati del 78° Festival di Cannes
L’incontro con la Giuria del Concorso di Cannes78 a margine della cerimonia di chiusura: le parole della presidente, Juliette Binoche, per Jafar Panahi e il cinese Résurrection e – tra gli altri – i commenti di Halle Berry e Jeremy Strong