Essere genitori è il mestiere più difficile del mondo, anche se si è delle spie della CIA. È disponibile su Netflix Back in Action, action comedy per tutta la famiglia diretta da Seth Gordon che si presenta come una via di mezzo tra Spy Kids e Mr. e Mrs. Smith. Di certo niente di particolarmente nuovo sul fronte dei tanti film del genere che riempiono i cataloghi delle piattaforme, se non fosse per la stuzzicante idea di casting che regge l’intero progetto: il ritorno “in azione” dei divi Jamie Foxx e Cameron Diaz, per la terza volta insieme sul set dopo Ogni maledetta domenica del 1999 e il musical Annie del 2014.
Back in Action è uno di quei casi in cui le scelte cinematografiche sembrano essere dirette conseguenza di ciò che è accaduto nel mondo reale, rendendo tutto più intrigante. La storia di una coppia di spie che, 14 anni dopo essersi ritirate, si trovano a costretti a sfoderare le loro capacità per proteggere i propri figli da una minaccia proveniente dal passato riecheggia, infatti, con le storie personali dei due attori. In primis, quella di Cameron Diaz, che, dopo essere stata una delle attrici più richieste e apprezzate tra gli anni ’90 e 2000, si è ritirata dalle scene per un intero decennio. Solo secondariamente quella di Jamie Foxx, che lo scorso aprile, proprio durante le riprese di questo film, ha affrontato una grave e improvvisa malattia che lo ha costretto al ricovero, come ha recentemente raccontato in uno speciale proprio su Netflix.
“Non avevo intenzione di fare altri film, ero perfettamente felice, vivevo la mia ordinarietà facendo le mie cose e senza pensare ai film. – dichiara Cameron Diaz in un video promozionale del film – Ma un giorno ricevo la chiamata di Jamie Foxx. Come si può dire no a Jamie Foxx quanto ti dice ‘hey sto preparando una grande commedia ricca di azione e penso che se recitassi con me ci divertiremmo un mondo’? Se ci fosse qualcuno con cui passerei di nuovo mesi sul set, arrampicati, ridendo come matti, ecco quella persona è Jamie. Ed Eccoci qua: Back in Action”.
Fortunatamente la loro alchimia in scena funziona ancora come una volta e ad aiutarli troviamo un cast di sicuro impatto composto da una sempreverde Glenn Close, gli ambigui Kyle Chandler ed Andrew Scott, e il comic relief Jamie Demetriou. L’attrice candidata otto volte all’Oscar, in particolare, interpreta la madre di Cameron Diaz, una ex 007 della M16 che in passato ha tralasciato la famiglia per il lavoro. Nel passaggio generazionale tra i personaggi della nonna Close, della figlia Diaz e della nipote 14enne interpretata da McKenna Roberts troviamo il focus tematico del film, che gioca sulle difficoltà dei figli di vedere nei genitori “i fighi” che erano in passato e che, in fondo, si sentono ancora di essere.
“Da genitore, lo vedo con tutti i miei amici, che possono essere incredibili sono super talentuosi e divertenti, sono scrittori, cantanti, performer. – racconta Diaz – Con tutti questi artisti straordinari i loro figli sono tipo: ‘Oh mio Dio… mamma, fermati!’ Questo film è una di quelle fantasie che tutti i genitori hanno: che i loro figli possano vederli come erano prima che loro nascessero, prima che avessero tutto il peso del mondo di essere genitori addosso. I figli semplicemente non riescono a vedere i genitori in quel modo. Spero che quando i genitori si siederanno con i loro figli per guardare il film insieme, questi gli diranno: ‘Mamma, papà, anche voi facevate cose fighe prima che nascessi?’ E forse solo allora i figli gli crederanno quando gli risponderanno: ‘Sì, ero abbastanza figo’.”
Il regista Seth Gordon, forte dell’esperienza in film quali Come ammazzare il capo… e vivere felici e Baywatch, porta a casa il risultato senza particolari sforzi, intessendo un film che non sembra volersi rivolgere particolarmente agli adulti che saranno davanti al piccolo schermo. Mentre i più giovani saranno presi da scene d’azione tanto spettacolari quanto improbabili, inoffensive scazzottate, placidi colpi di scena e un po’ di goffo umorismo, i genitori saranno colti dalla nostalgia di vedere una loro icona di gioventù tornare a fare ciò che le riesce meglio e, perché no, sperare che non sia per l’ultima volta.
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