Biagio Venditti ha 17 anni. È al quarto anno del Liceo classico Cambridge. Ha la spensieratezza di un giovane che sogna di fare l’attore anche da adulto e di lavorare, magari un giorno, con Ferzan Özpetek e Paola Cortellesi. Diego Abatantuono, con il quale ha recitato nel film L’ultima settimana di settembre, opera prima di Gianni De Blasi, già nelle sale con Medusa, lo ha definito un talento naturale, “Credo nelle mie potenzialità, ma rimango con i piedi per terra”, ci dice l’attore.
Nel film interpreta Mattia, un adolescente che perde i suoi genitori in un incidente automobilistico e si trova costretto a fare un viaggio con il nonno Pietro, un uomo con il quale ha sempre avuto un rapporto superficiale. Ma questa tragedia farà rinascere un legame tra i due. Vedremo Venditti anche nel film Nelle migliori famiglie di Paolo Costella, con Anna Foglietta e Giuseppe Battiston, storia di una coppia che si è amata e poi smarrita dopo la morte del primo figlio, ma che sente ancora il bisogno di ritrovarsi.
Biagio, cosa c’è di te in Mattia?
Ho messo la mia spontaneità nel personaggio. In questo io e lui siamo simili. La tragedia che vive Mattia lo condiziona. Ma è anche un adolescente che avrà la possibilità di riscopre se stesso, farà uscire le sue emozioni e le userà in questo periodo di crescita, nonostante il dolore che prova. Si rivela un ragazzo coraggioso e anche abbastanza intraprendente, che ha voglia di cercare la vita nelle cose.
Questo è un film che parla di rinascita.
Mattia la vive completamente. All’inizio si sente abbandonato dalla vita, ma facendo questo viaggio con il nonno, scopre anche nuove cose di sé, oltre a vedere meglio ciò che ha intorno.
Abatantuono ha detto di te che sei un talento naturale.
Le parole di Diego mi riempiono di gioia. Piano piano sto scoprendo le mie potenzialità, credo in quel che posso fare, ho voglia di proseguire in questo cammino, ma rimango comunque con i piedi per terra. Non ho avuto una formazione di studio nella recitazione. Il set è stata la scuola migliore per me, anche di vita.
Quando e come ti sei avvicinato alla recitazione?
Da quando ho 4 anni, ballo. Chiuso nella mia cameretta sin da piccolo prendevo il telefonino dei miei genitori e mi riprendevo come se ci fosse una platea di fronte a me. Avevo qualcosa dentro, una vera passione, e la mia famiglia l’ha vista. Ho fatto i primi spot pubblicitari a 7 anni, ho preso parte ad alcune fiction come Don Matteo e A un passo dal cielo. A 13 anni ho debuttato tra i protagonisti della serie Netflix Di4ri, che per me è stata una grande scuola, anche nel confronto con il giovane pubblico.
Poi è arrivato il cinema.
Ho girato il film di De Blasi ed è stata una grande esperienza. Stare su set, comprendere i meccanismi della macchina cinematografica. Anche lavorare con Diego è stato incredibile. La sua ironia mi ha fatto venire voglia di girare film più leggeri.
Prossimamente ti vedremo anche nel film Nelle migliori famiglie di Paolo Costella.
Anche quello è drammatico. I protagonisti sono Anna Foglietta e Giuseppe Battison. Paolo è un regista molto attento ai dettagli e a ciò che voleva da noi. Siamo in attesa di sapere quando uscirà il film.
Con chi ti piacerebbe lavorare?
Mi ha sempre affascinato Ferzan Özpetek , il modo in cui gira e racconta storie. Ho sempre guardato i suoi film con mia madre. Anche Paola Cortellesi è un’attrice, e ora regista, che seguo da quando sono piccolo. Mi piace sognare in grande.
Il tuo futuro, quindi, sarà recitare?
Fare l’attore è un lavoro magnifico. Ti fa stare in paradiso, ma da un momento all’altro ogni sicurezza può mancare. Ad oggi recitare è la mia passione e voglio fare questo da grande. Intanto devo finire il liceo, vorrei iscrivermi anche all’università, alla facoltà di psicologia, che può essere utile come studi anche per entrare più a contatto con i personaggi che interpreto. Se non avessi deciso di fare l’attore, avrei studiato giurisprudenza.
Come dicevi anche tu, fare l’attore non è semplice. Ci sono oltretutto tanti giovani della tua generazione che sognano questo lavoro.
È così. È un mestiere fatto di vittorie e sconfitte, come lo è la vita. Però tutto ciò è emozione e tutto sprona ad andare avanti. Io prendo la parte positiva di ciò che viene e penso al mio percorso, intanto cercando di conciliare set e scuola.
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