BERLINO – Mentre si consumava il crollo mentale di Friedrich Nietzsche una cavalla da tiro si lasciava morire di fame e di sete in una misera stalla, durante una terribile tempesta di vento durata molti giorni, mentre il suo padrone, un vecchio arcigno con un braccio paralizzato, e sua figlia, condannata a vestirlo e svestirlo, lessare patate e andare a prendere l’acqua al pozzo con due secchi, ripetevano gesti quotidiani senza senso.
E’ sicuramente il film più sorprendente del concorso di Berlino, The Turin Horse, in cui Bela Tarr parte proprio dall’episodio cruciale della follia di Nietzsche. Nel 1889, mentre usciva di casa a Torino, in Piazza Carlo Alberto, l’autore di Ecce Homo s’imbattè in un vetturino che picchiava a sangue il suo animale. Lo abbracciò piangendo, e dopo aver detto “Mamma, sono pazzo”, cessò di parlare.
E’ l’antefatto, non visto ma solo raccontato da una voce fuori campo, di questa riflessione sulla dissoluzione del genere umano e la definitiva morte di Dio, che dovrebbe anche essere l’opera definitiva di Tarr. L’ha dichiarato lo stesso regista mentre completava la sua opera precedente, L’uomo di Londra (una storia produttiva complicatissima, con la morte di uno dei produttori, il francese Humbert Balsan e varie vicissitudini legali). Tutto sommato The Turin Horse con le sue due ore e mezza, benché in bianco e nero e ben poco dialogate, sembra una passeggiata rispetto ad altri monumentali lavori del cineasta, in particolare Satantango, che di ore ne dura sette. Ma il tempo è un aspetto fondamentale nella ricerca di Tarr: il tempo come ripetizione dell’identico che trasforma il gesto in rituale “per catturare – come si legge nelle scarne note di regia – il ritmo della vita reale e suscitare una consapevolezza acuta del momento presente”. Così il suo cinema, per chi riesce a resistere, lascia il segno. Per Gus Van Sant, uno dei suoi numerosi estimatori con Jim Jarmusch e Susan Sontag, “è come veder nascere un nuovo cinema”. O vederlo morire. In effetti The Turin Horse è anche una meditazione sulla morte e la lunga tirata di un uomo che entra nella casupola del vetturino per comprare una bottiglia di grappa e si lascia andare a un discorso sul trionfo del male, sembrerebbe confermarlo. Coprodotto da Ungheria, Francia, Germania, Svizzera e Usa, The Turin Horse ha anche il più strano trailer mai visto: una lampada a petrolio che gradualmente si spegne.
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk