Asia e Chiara, una coppia di regine


Asia e Chiara, una bella coppia di italiane per il cinema francese. Chiara Mastroianni, con la sua eleganza felpata e sempre un po’ distante, è tra gli interpreti del “quasi” musical Les Chansons d’Amour di Christophe Honoré, passato oggi in concorso; Asia Argento è invece protagonista assoluta di Boarding gate di Olivier Assayas, thriller ad alta tensione erotica girato tra Parigi e Hong Kong e selezionato per le proiezioni di Mezzanotte. Una vicenda intricata dove gliene capitano di tutti i colori e che è la sua prima apparizione qui al festival, perché la vedremo anche in Go go tales di Abel Ferrara e Une vieille maitresse di Catherine Breillat.

Sia Honoré che Assayas avevano a lungo coltivato il progetto di scritturare le due italiane. “Volevo lavorare con la figlia di Marcello da molto tempo, specialmente dopo averla sentita cantare”, dice il trentaseienne cineasta al suo quarto film. È chiaro che ha voluto fare un omaggio alla star nazionale, Catherine Deneuve, perché è ovvio il parallelo con Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy, Palma d’oro nel ’64, in cui a cantare era la celebre mamma.

Ben diversa però è l’atmosfera della Parigi contemporanea e non solo perché a Saint Germain fanno da tappezzeria i manifesti elettorali di Sarkozy. Gli amori commentati da canzoni di volta in volta leggiadre o rock non sono più solo etero, ma anche bisessuali e omosessuali e nessuno osa stupirsene più di tanto neppure nella generazione dei genitori. Louis Garrel (il figlio d’arte di Philippe, lanciato da Bernardo Bertolucci in The Dreamers) è dunque Ismael, un giovane giornalista fidanzato con Julie (Ludivine Saigner) ma titubante e poco disposto a impegnarsi. Ben presto a movimentare la vita arriva una collega di lui, Alice, che s’intrufola a letto tra i due, ma il menage a trois precipita con l’improvvisa morte di Julie per arresto cardiaco. Ismael è sconvolto e si consola come può, frequentando la famiglia della defunta (Chiara Mastroianni è una delle sorelle) ma anche un liceale bretone con cui scoppia la passione. Sempre a suon di musica naturalmente. Il film, ribattezzato Family Gay, vuole comunque essere un omaggio al cinema della Nouvelle Vague, da Truffaut a Godard. Ma ha lasciato molti un po’ interdetti.

È invece un omaggio al B-movie il thriller che ha riportato a Cannes il regista cult Olivier Assayas (tra i suoi capolavori Irma Vep e Clean, entrambi passati qui al Festival). Asia Argento è una squillo d’alto bordo che ha messo la testa (quasi) a posto dopo aver chiuso la sua torbida storia con Michael Madsen (il cattivo di Kill Bill), un uomo d’affari senza scrupoli che l’ha trasformata in una schiava del sesso, ammanettandola spesso e volentieri e usandola per far divertire clienti stranieri a cui voleva strappare qualche segreto industriale. Ma adesso che lei ha deciso di partire per la Cina le cose si complicano con l’intervento di una coppia di cinesi piuttosto ambigui, sonniferi sciolti nel drink, improvvisi voltafaccia, valigette piene di soldi e buste di droga… Pare che per Asia, che recita per mezzo film in slip e reggiseno, sia stata un’esperienza esaltante. “E’ un’attrice molto fisica – dice di lei Assayas – le scene d’azione le piacciono e si è divertita ad andare in giro con una pistola. In più non è una persona che fa distinzione tra il cinema sofisticato e quello di genere. E’ molto istintiva ed è a suo agio praticamente in tutte le situazioni”. Presto la vedremo di nuovo in azione nel nuovo horror di papà Dario, La terza madre. “Se il mio destino è quello di sfuggire ai ruoli borghesi delle attrici italiane tutte nevrosi e fare la dark lady lo abbraccio volentieri”, ha commentato invece Asia. la sua collega preferita? “Non c’è dubbio, Valeria Golino”. 

autore
18 Maggio 2007

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