‘Articolo 1’, le riprese del doc sulle morti bianche, dai reportage di Marco Patucchi

La sicurezza e la salute sul lavoro sono i cardini del doc che nasce dai resoconti del giornalista di “Repubblica”: la regia è di Luca Bianchini e il film è prodotto in collaborazione con Rai Documentari. Febbraio 2024: i decessi sono stati il 19% in più rispetto allo stesso periodo del 2023


Non chiamatele morti bianche. Sono morti che, come tutte le morti e più di altre, lasciano vuoto, rabbia, amarezza, dolore. Questo lo spirito di Articolo 1, documentario prodotto da L’Alveare Producecinema srl, casa di produzione fondata nel 2002 da Paola Rota e Paolo Bianchini, in collaborazione con Rai Documentari, diretta da Fabrizio Zappi.

Il 10 dicembre 2024 sono iniziate le riprese a Fondi, in provincia di Latina, per la regia di Luca Bianchini, che ha curato anche il soggetto, di questo progetto che prende spunto dai reportage del giornalista e scrittore Marco Patucchi. “Per oltre tre anni ho scritto ogni giorno per ‘Repubblica’, nella rubrica online Morire di lavoro, le storie dei caduti dei cantieri, delle fabbriche, dei grandi centri di logistica. Il racconto delle vite di ciascuna vittima, evitando che si trasformassero in banali dati statistici – spiega il giornalista – Una Spoon River composta di affetti, passioni, sentimenti, luoghi, immagini, vuoti incolmabili per chi resta: vite altrimenti invisibili e dimenticate. Nel nostro Paese una media di tre lavoratori al giorno non fa ritorno a casa e Morire di lavoro, così come questo film che racconta alcune di quelle storie, sono un memento ininterrotto rivolto a istituzioni e politica”.

A pochi giorni di distanza dalla tragedia di Calenzano, che ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza e dei diritti, il documentario si propone come un lavoro audiovisivo che “vuole andare oltre i lutti rinnovati dalla cronaca – sottolinea il regista – L’obiettivo è andare oltre l’ipocrisia e la retorica che accompagnano queste sciagure, realizzando un film evocativo per raccontare chi non c’è più attraverso la testimonianza di chi resta”. Un esercito di superstiti e di dolore, a cui il progetto diretto da Bianchini darà voce.

A febbraio 2024 i morti sul lavoro sono stati 119, il 19% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. E le malattie professionali denunciate, seppur in aumento rispetto agli anni precedenti (più 19,7%, per un totale di 72.754 casi), sono ancora ampiamente sottostimate, sebbene decine di migliaia di persone soffrano a causa delle patologie contratte in ambito lavorativo. Da sottolineare anche un dato stimato dalla Cgil: l’Inail riconosce mediamente solo tre casi su dieci denunciati.

“Abbiamo scelto di iniziare le riprese concentrandoci sulla storia di Raffaella – continua il regista – unico testimone vivente dei casi che andremo a trattare. La sua è una storia drammatica. Questa donna è costretta su una sedia a rotelle per colpa dei turni massacranti a cui era sottoposta. Sarà un lavoro lungo, che si baserà innanzitutto sul dialogo, perché il nostro obiettivo è quello di riuscire ad andare oltre la superficie delle cose”.

I set successivi riguarderanno Massa Carrara, i porti della Toscana, Pavia e Padova. “Film di poche parole da parte nostra. Chi guida sono i racconti non solo di quello che è successo ma di quello che era, soprattutto di cosa sarebbe stata la vita di chi l’ha persa lavorando. Il mondo di ognuno di loro. Non tante storie ma raccontate e approfondite, rivissute attraverso immagini evocative dei loro mondi, i ricordi e le riflessioni di chi li ha conosciuti, amati. Rievocare i loro desideri, i progetti di una vita che non c’è più – racconta Bianchini – Come guardare una foto strappata o una serie di istantanee del corso di una vita interrotta. Un ruolo importante lo avrà anche la musica che ci accompagnerà in questo viaggio. Una colonna sonora che non sia unicamente sfondo ma protagonista quanto le immagini e le parole, musiche che riflettono i tempi, che accompagnano gli umori contemporanei”.

Nel documentario ci sarà anche Bruno Giordano, magistrato di Cassazione, per anni direttore dell’Ispettorato nazionale sul lavoro. “Dialogherà con un gruppo di studenti – annuncia il regista – per analizzare il fenomeno dell’alternanza scuola-lavoro che pure ha prodotto vittime. Non mi interessa far emergere il suo impegno istituzionale, che è noto a tutti, ma il suo aspetto umano e l’amarezza che ha confessato di provare ogni volta che si è trovato di fronte a una tragedia, perché alla fine, purtroppo, siamo tutti corresponsabili”.

Non è la prima volta che Luca Bianchini si confronta con tematiche sociali così delicate. E’ sua la fiction Angelo, oggi disponibile su RaiPlay, che ha per protagonista uno dei primi casi di messa alla prova nell’ambito della giustizia minorile. (n/b)

 

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12 Dicembre 2024

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