‘Arrivederci tristezza’, superare il ghosting con l’amicizia

Alessio Vassallo, Nino Frassica e Selene Caramazza sono i protagonisti della nuova commedia di Giovanni Virgilio presentata al 71° Taormina Film Festival e in sala dal 19 giugno


TAORMINA – Essere lasciati non è mai facile, ma essere ghostati lo è ancora di meno. È ciò che accade al protagonista di Arrivederci tristezza, in nuovo film di Giovanni Virgilio, presentato al 71° Taormina Film Festival in vista dell’uscita nelle sale il 19 giugno. Alessio Vassallo interpreta Aldo, che non riesce a superare la rottura con la sua storica compagna, che lo ha lasciato improvvisamente e senza nessun tipo di giustificazione (comportamento che viene definito “ghosting”). Bloccato in un loop di malinconia e depressione troverà un aiuto concreto nell’amica di sempre Sonia (Selene Caramazza) e nello psicoterapeuta Carlo (Nino Frassica), con cui scoprirà di avere molto più in comune di quanto pensava.

Arrivederci tristezza è una commedia agrodolce che vuole ragionare su tematiche attuali, in particolare su come il contesto sociale e amicale possa essere di supporto alla salute psicofisica degli individui nei momenti di maggiore sconforto. “Il mio personaggio affronta un percorso che lo aiuta a liberarsi di alcune zavorre. All’inizio è sull’orlo di una crisi di nervi, è la caricatura di se stesso. Credo che in molti vi si possano ritrovare. – racconta Alessio Vassallo – A volte il ghosting esiste anche quando si sta insieme. Spesso si sta con persone che già ti hanno lasciato, sono fantasmi, non ci sono più. Secondo me i segnali sono chiari, ma l’altro non vuole sentirli. Quando sei in quello stato di confusione devi avere qualcuno che ti aiuta a chiedere aiuto, perché da solo fai fatica a trovare una linea nella tua vita. La psicoterapia è importante perché ti porta ad aprirti con gli altri, a cercare di non raccontare di te un’immagine un po’ instagrammata, che non è quella reale”.

“Il film affronta una tematica delicata ma con grandissima ironia, che serve perché è lo specchio di noi stessi, ci mostra ciò che siamo. – aggiunge l’attore – Oggi gli uomini devono imparare a fare rete, le donne in questo sono molto più avanti. Noi facciamo fatica a parlare di amore e fragilità, le nostre sono conversazione vanesie, difficilmente ti apri con un amico, al massimo con un’amica. Questa tematica è molto attuale, perché spesso che pensiamo che la violenza sia fuori da noi, che siamo spettatori passivi alla cronica. Mentre credo che la violenza faccia parte di tutti noi, dobbiamo trovare strumenti per difenderci da questa violenza”.

Al fianco del protagonista troviamo un Nino Frassica “multiforme, che non ti aspetti”. Nonostante il suo sia un personaggio riflessivo, lontano dai suoi standard di comicità, l’attore è riuscito a imprimere il suo marchio “seguendo il copione fino a un certo punto e improvvisando molto”, senza però perdere coerenza narrativa.

C’è poi l’amica di sempre, Sonia, con una Selene Caramazza che riesce a mettere in scena un amore amicale autentico e originale, che raramente si vede quando in scena ci sono due attori carismatici come lei e Vassallo. “Io e Alessio ci siamo trovati fin da subito, si è creata una bella complicità. Quando siamo arrivati sul set era tutto molto naturale. Abbiamo cercato di creare quel rapporto di amicizia sano. In scrittura non c’era ambiguità, ci siamo accorti che usciva solo in fase di riprese. Devo dire che a me piace: racconta quel rapporto d’amicizia che avrebbe potuto essere altro, o, chi lo sa, in futuro”.

Elemento cruciale di tutto il film è l’aspetto musicale, non solo per il brano di Brunori Sas che gli presta il titolo, ma per il modo in cui la musica entra nella storia (i protagonisti sono tutti musicisti) e come caratterizza i momenti più importanti. “Prima faccio scrivere le musiche e poi scrivo la sceneggiatura. Ci sono sequenze musicali che racchiudono la loro intera vita. Si dice che il film si appoggia sulla musica, io lo costruisco proprio intorno alla musica” spiega Giovanni Virgilio, che con Arrivederci tristezza ha fatto forse il suo film più autentico e personale. “Un film che ti insegna a comunicare in un mondo che comunica più, in cui si preme un pulsante e si lanciano bombe. L’ho intitolato Arrivederci tristezza perché credo che la tristezza ritornerà, ma provo a insegnare al pubblico come sconfiggerla, come si può chiedere aiuto per contenerla”.

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