Nel 2023 gli studi di animazione giapponesi hanno registrato un fatturato complessivo di 2,34 miliardi di dollari (339 miliardi di yen), il numero più alto mai registrato, con un aumento del 30% su base annua, e si prevede che i ricavi del 2024 rimarranno più o meno allo stesso livello. Lo rende noto Screen Daily.
Il rapporto di Teikoku Databank, citato dalla prestigiosa testata di spettacolo britannica, attribuisce al mercato degli anime cinematografici un contributo significativo ai ricavi degli studi, citando film come Suzume di Makoto Shinkai, che ha guadagnato 133,4 milioni di dollari in tutto il mondo ed è l’undicesimo titolo di sempre al box office giapponese, e The Boy And The Heron di Hayao Miyazaki, che ha guadagnato 173,5 milioni di dollari in tutto il mondo e ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione.
Inoltre, il rapporto indica che gli studi hanno spostato le loro risorse produttive dalle serie anime ai titoli originali in streaming di aziende come Netflix e a versioni cinematografiche di serie anime esistenti in precedenza, che possono offrire un elevato ritorno sull’investimento.
Alcuni esempi di quest’anno includono Haikyu!! The Dumpster Battle, un sequel cinematografico di una serie TV sui giocatori di pallavolo, e Mobile Suit Gundam SEED Freedom, che ha continuato la storia di una serie di robot amata dai fan dei primi anni 2000. Rispettivamente, quei film hanno guadagnato 79,8 milioni e 33,6 milioni di dollari in Giappone.
Gli studi che hanno visto il maggiore aumento dei ricavi sono stati generalmente grandi studi, mentre le case di produzione più piccole in subappalto hanno visto solo una modesta crescita. Circa il 77,5% dei grandi studi ha realizzato un profitto nel 2023 rispetto a solo il 57% dei subappaltatori.
La differenza principale è che gli studi più grandi hanno maggiori probabilità di far parte dei gruppi produttori che finanziano i titoli e ne possiedono una fetta di proprietà intellettuale, raccogliendone i benefici quando il titolo stesso diventa un successo. Mentre gli studi più piccoli, assunti puramente su base contrattuale, non ricevono le stesse entrate.
Guardando al futuro, il rapporto afferma che una delle sfide per l’industria sarà quella di restituire i ricavi della proprietà intellettuale in modo più uniforme tra i siti di produzione, proteggendo gli ‘anime’ dalla violazione del copyright, a causa della rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa.
L’industria dell’animazione giapponese nel complesso, inclusi film, serie TV, merchandising ed eventi, valeva 20 miliardi di dollari nel 2022 – l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati – segnando un aumento del 6,8% rispetto al 2021 e il numero più alto mai registrato.
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