Un momento prima di sparare Rosario sente nella mano, insieme alla pistola, la vita che sta per togliere. È una sensazione che gli va dritta alla testa, una porta che gli spalanca il mondo davanti agli occhi in una luce magnifica”. Rosario è il protagonista 12enne di Certi bambini il romanzo di Diego De Silva da cui i fratelli Andrea e Antonio Frazzi hanno tratto un film.
Baby killer tenero e spietato, senza madre né padre, è affidato solo a se stesso e alle cure della mala. Rosario ciondola con una piccola tribù criminale tra la sale giochi Las Vegas e il Burger in una metropoli senza nome. Rosario uccide e bada alla nonna ammalata.
Certi bambini è frutto della scrittura a più mani: gli stessi registi assieme a Da Silva (allesordio nella sceneggiatura), Marcello Fois e Ferdinardo Vicentini Orgnani. Prodotto dalla Pequod di Rosario Rinaldo con un budget di circa 2 milioni di euro e 8 settimane di riprese, sarà pronto a metà ottobre. In sala andrà forse con il marchio Luce.
Che metodo avete usato per la stesura della sceneggiatura a più mani?
Allinizio ci siamo chiariti le idee sul passaggio dal romanzo alla sceneggiatura. Sulla scia di George Brassens abbiamo preferito una traduzione bella e infedele ad una insignificante ma fedele. Poi, ci siamo divisi alcune scene e lavorato parecchio via e-mail. Del libro abbiamo tenuto lo spirito ma stravolto la struttura temporale.
In che modo?
Lobiettivo è piazzare la macchina da presa nella testa, nella memoria di Rosario per catturare lo spettatore nel suo flusso di coscienza. Per questo puntiamo su un montaggio frammentato, fatto di flashback frantumati, che riproducano i meccanismi della memoria. Sarà un film dal linguaggio diverso rispetto ai nostri precedenti. Ci siamo detti: corriamo il rischio, ora o mai più”.
Il 2003 è stato lanno dei bambini feroci di “City of God” del brasiliano Fernando Meilleres. Cè qualche affinità con il vostro film?
Non abbiamo visto City of God. Piuttosto Certi bambini parte dove si ferma Rossellini: Rosario e suoi compagni sono i piccoli sciuscià di qualunque metropoli del sud contemporeaneo. A Rosario mancano le figure in grado di insegnargli a distinguere tra bene e male. Così agisce senza coscienza morale per ingraziarsi gli adulti.
Nel libro di De Silva si intuisce che la città di Rosario è Napoli anche se non viene mai nominata. E così anche nel film?
Si. Per evitare facili identificazioni abbiamo girato anche fuori Napoli. Ad esempio, abbiamo preferito i vicoli di Salerno a quelli dei quartieri spagnoli.
Come siete arrivati alla scelta del piccolo protagonista?
Tra circa 1.000 bambini dellhinterland napoletano ne abbiamo selezionati 12, tutti chiamati a lavorare sul set. Tra loro cera anche Gianluca Di Gennaro, volto tenero ma credibile come killer. Viene da una famiglia famosa a Napoli: quella del cantante a attore Nunzio Gallo. A 20 giorni dalle riprese abbiamo sottoposto i bambini a un training di recitazione partendo da zero. Lesperienza con i piccoli in Don Milani e Il cielo cade ci ha insegnato che imparano in fretta se vengono stimolati in modo semplice, diretto, senza psicologismi.
Dopo “Certi bambini” tornerete alla tv…
Si. A marzo 2004 dovremmo cominciare le riprese di Cefalonia, film per Raiuno sceneggiato da Sandro Petraglia e Stefano Rulli.
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