Ai cattolici non piace quella partita di pallavolo in Conclave

“Il film mi è piaciuto molto e alle fine della proiezione ho fatto i complimenti all’autore”. Così padre Virgilio Fantuzzi, editorialista della rivista dei gesuiti “Civiltà Cattolica” si è espresso su Habemus Papam, l’atteso film di Nanni Moretti sulla crisi di un pontefice appena eletto parlando al quotidiano ‘La Repubblica’. Per il critico di Radio Vaticana Luca Pellegrini, invece, ci sono passaggi surreali, come ad esempio la partita di pallavolo tra i cardinali, che sembrano “esagerati”. “Forse se quella scena fosse stata più corta, il film alla fine ne avrebbe tratto più vantaggio e sarebbe stato più credibile. Ma comunque nel suo complesso, al di là degli aspetti che possono non essere totalmente condivisibili, l’ho trovato anche divertente”. E ancora padre Vito Magno, giornalista, si dice perplesso. “E’ un lavoro alla Nanni Moretti, che può piacere o non piacere, forse il regista, per aver voluto insistere su alcuni episodi surreali e discutibili, come la partita di pallavolo in Conclave, che è sostanzialmente una trovata senza alcun fondamento logico, ha perso un’occasione per fare un’opera cinematografica più accessibile al grande pubblico e magari a quella parte di spettatori che hanno una certa dimestichezza con la vita della Chiesa. Va pur detto che non ci sono state cadute, mancanza di rispetto e, tanto meno, blasfemia”. Per il teologo padre Tiziano Repetto, intervistato da ‘La Stampa’, nel film vi sono virtù ed errori di fondo, come la ritrosia del Vaticano sulla psicoanalisi, “ormai superata” o “l’inferno vuoto che non ha riscontro biblico”. Però lo sguardo sulla Chiesa è misericordioso, lieve, non astioso, Habemus Papam è una lezione di tolleranza e compassione in cui forse si cela un desiderio struggente di poter credere di un non credente”.

E ancora sul ‘Corriere della sera’ Vittorio Messori, celebre scrittore cattolico, chiosa: “Non è certo un annuncio di conversione del laico Moretti; ma non è neppure lo sberleffo dell’erede di una gauche mangiapreti”. Habemus Papam è sembrato viceversa all’autore di ‘Ipotesi su Gesù’, “la testimonianza di un mondo che si è stancato di dialoghi e confronti, di invettive e di entusiasmi, un mondo dove ciascuno si tiene la sua idea – se ne ha una – ed è troppo annoiato per voler convincere l’altro”.