Addio Papa Francesco, i film che lo hanno raccontato

Jorge Mario Bergoglio è morto all'età di 88 anni: una figura che, nei suoi 12 anni di pontificato, ha ispirato moltissimi cineasti, da Wim Wenders a Fernando Meirelles


Papa Francesco è morto: la notizia è arrivata improvvisa a sconvolgere il lunedì di Pasquetta di milioni di fedeli in tutto il mondo. A darla è stata il cardinale Kevin Farrell: “Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. – scrive – La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati”. Il Papa era stato ricoverato a febbraio per una grave polmonite bilaterale, da cui si stava riprendendo. Ieri, nel messaggio di Pasqua Urbi et Orbi la sua ultima apparizione pubblica, rivolgendo un messaggio di pace dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro. Aveva 88 anni.

Nato a Buenos Aires nel 1936, Jorge Mario Bergoglio è stato il primo Papa proveniente dall’ordine dei gesuiti. Fin dalla sua elezione, avvenute il 13 marzo 2013 dopo le dimissioni di Papa Benedetto XVI, Papa Francesco è stato elogiato come uno dei pontefici più progressisti e liberali di sempre. Una figura che nei suoi 12 anni di pontificato ha, inevitabilmente, ispirato moltissimi cineasti.

Tra i tanti documentari a lui dedicati, ricordiamo Francesco da Buenos Aires – La Rivoluzione dell’uguaglianza (2014) di Miguel Rodriguez Arias e Fulvio Iannucci; Papa Francesco – Un uomo di parola (2018), diretto dall’acclamato regista tedesco Wim Wenders e presentato fuori concorso al Festival di Cannes; nel 2019 il documentario co-prodotto e distribuito da Luce Cinecittà Il nostro Papa, di Marco Spagnoli e Tiziana Lupi;  Il pranzo di Francesco di Pasquale Scimeca e Luca Capponi, presentato al Torino Film Festival nel 2021, che racconta di un pranzo che il pontefice ha condiviso con i poveri della Missione di Speranza e Carità di Palermo; sempre del 2021 è la docu-serie La saggezza del tempo, tratta dal pluripremiato libro scritto da Papa Francesco a cura di Padre Antonio Spadaro e incentrata sul valore della terza età; nel 2022 Gianfranco Rosi racconta i viaggi internazionali del Santo Padre nel doc In viaggio, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

Per quanto riguarda i film di finzione, nel 2015 Daniele Luchetti ha diretto Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente: Rodrigo de la Serna veste i panni di Bergoglio ritratto nella sua giovinezza in Argentina, durante il periodo travagliato della dittatura di Jorge Rafael Videla. Il film è stato un successo commerciale, incassando 1,3 milioni di euro nei quattro giorni di proiezione in sala. Un grande apprezzamento anche per I due papi, film del 2018 di Fernando Meirelles. Girato a Cinecittà, si incentra sullo storico passaggio di consegne tra i pontefici Benedetto XVI e Francesco. A interpretarli ci sono stati rispettivamente Anthony Hopkins e Jonathan Price: ruoli che sono valsi a entrambi la candidatura agli Oscar, ai Golden Globe e ai Bafta.

Recentemente è stata annunciata la produzione da parte di Lucky Red del film tratto dalla prima autobiografia di Papa Francesco, LIFE. La mia storia nella Storia.

Per Papa Francesco il cinema non è stato solo una passione, legata a ricordi e memorie dell’infanzia quando rimaneva stupefatto guardando le pellicole del Neorealismo girate a Cinecittà, ma anche un’occasione per suscitare incontri e riflessioni. Nel libro di monsignor Dario Edoardo Viganò Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità (Effatà Editrice, 2021), il pontefice racconta il suo rapporto con la Settima arte, da Roma città aperta di Roberto Rossellini a La strada di Federico Fellini, fino ai capolavori di Vittorio De Sica. “Ho visto tutti i film di Aldo Fabrizi e Anna Magnani“, dice Bergoglio nell’intervista riportata nel libro, dove svela come la passione sia nata grazie ai genitori: “Ci portavano spesso in sala, così capimmo gli effetti della guerra”.

“Devo la mia cultura cinematografica soprattutto ai miei genitori – ha spiegato il pontefice – Quando ero bambino, frequentavo spesso il cinema di quartiere, dove si proiettavano anche tre film di seguito. Fa parte dei ricordi belli della mia infanzia: i miei genitori mi hanno insegnato a godere dell’arte, nelle sue varie forme”.

(C.DA)

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21 Aprile 2025

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