18:15 – Bertolucci rinuncia al 3D?

“E’ fondamentale non prendersi mai troppo sul serio, nel lavoro come nella vita”. Dopo la lezione tenuta la settimana scorsa da Woody Allen, “L’incontro creativo” al Csc, moderato da Daniele Luchetti, ha avuto come protagonista Bernardo Bertolucci. Il maestro, circondato dai ragazzi, ha raccontato che ad ottobre tornerà sul set per le riprese del film tratto da “Io e te” di Niccolò Ammaniti: “Sto ancora decidendo se girarlo in 3D, che per me rappresenta quasi una lente in più, uno strumento in più, anche se oggi viene considerato da alcuni uno strumento commerciale”.

Bernardo è partito da lontano raccontando il momento in cui si è manifestata la sua vocazione per il cinema: aveva 16 anni ed ebbe in regalo una cinepresa. E’ così che realizzò i suoi primi due cortometraggi, uno dei quali, Morte del maiale, sarà ripreso poi in una sequenza di Novecento. Il momento decisivo è stato quando a 18 anni vide La dolce vita di Fellini, amico di suo padre. La visione della pellicola con suono originale lo folgorò ma dopo il seduttore Fellini capì che poteva liberare nei propri film, forze che altrimenti non avrebbe potuto lasciare libere. Poi il rapporto con Pier Paolo Pasolini: il regista lo ha descritto come determinante per la propria formazione sia professione che personale. Da quel maestro decise di emanciparsi passando alla direzione del suo primo film, La commare secca nel 1962.

Per scegliere gli attori, ha confessato infine, punta alla semplicità: “Mi piacciono quelli timidi, come Trintignant, che si rifiutò di recitare in Ultimo tango perché non riusciva a mostrarsi nudo”.